Essere genitori nel 21° secolo. Genitori in smart working e figli a casa

Genitorialità nel ventunesimo secolo

Quali sono le difficoltà e le responsabilità e come affrontarle. I vantaggi dello smart working per i genitori moderni

Essere genitori non è facile, a prescindere dal periodo storico: ogni epoca ha i suoi pericoli e ostacoli da superare. Oggi però il ruolo dei genitori è cambiato, non solo per la gestione familiare, ma anche per il risvolto psicologico: in una società in cui tutto scorre veloce, passiamo così poco tempo a pensare a ciò che ci fa stare bene, a ciò di cui può avere bisogno il proprio figlio.

Allora, come provare a essere o a fare il genitore oggi? Cosa è cambiato rispetto a un secolo fa? Quali sono le maggiori sfide da affrontare oggi? Ne parliamo in questo articolo.

Essere donna è così affascinante. È un'avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non annoia mai”. Se sostituite la parola ‘genitore’ a donna in questa citazione di Oriana Fallaci, il significato non cambia.

Essere genitori infatti oggigiorno non è facile, ma in realtà non lo è stato mai: cinquanta, o anche cento anni fa, le insidie, i pericoli e gli ostacoli da superare esistevano, solo forse erano diversi. Oggi infatti la situazione familiare è cambiata: vi sono famiglie mononucleari (con un unico genitore), mentre in quelle biparentali entrambi i genitori lavorano, con un carico di responsabilità molto alto e il rischio che lo stress possa prendere il sopravvento da un momento all’altro.

La società di oggi è improntata alla performance

Tutto scorre veloce, tutto dev’essere perfetto, le giornate sono tetris, in cui ogni incastro dev’essere ben ponderato e oliato, altrimenti crolla tutto. Ma così rimane ben poco tempo per pensare a ciò che ci fa stare bene, ma soprattutto a ciò di cui può avere bisogno il proprio figlio. È anche la società in cui tutti hanno un consiglio o un suggerimento su come fare le cose, anche su come essere genitori, ma nessuno ha mai il tempo di un confronto edificante, di parlare. Passiamo ore appesi a uno schermo – di computer o di cellulare -, ma poco faccia a faccia.

In questo scenario, chi è genitore come cerca di esserlo al meglio? Quali sono le maggiori difficoltà cui va incontro un genitore di oggi? Cosa è cambiato rispetto a un secolo o a cinquant’anni fa? Come è cambiato il rapporto genitori – figli? Ecco le nostre riflessioni in merito.

Rapporto genitori figli: come dev’essere?

Com'è cambiato il rapporto genitori - figli rispetto al passato? Come erano i genitori di una volta? E com'è cambiata la genitorialità?

Qualche decennio fa, senza andare troppo in là nel tempo, il rapporto genitori figli era impositivo: “Tu fai così perché si fa così, o perché lo decido io”. Non vi era possibilità di replica o di scelta, né nelle cose da fare quotidianamente, né nel poter essere come si voleva o nel poter decidere chi amare.

Oggi, per fortuna, i tempi sono cambiati: il rapporto è sì autorevole, ma non autoritario. Ciò significa che un genitore deve indicare la strada, mettendo dei confini, ma i valori di base sono quelli dell’accoglienza e dell’accettazione: ovvero io genitore cerco di impartirti con l’esempio, un’educazione, quindi ti do delle regole, ma poi ti lascio spazio anche per esprimere te stesso, cercando di valorizzare le tue caratteristiche.

Il rapporto quindi dev’essere di fiducia: io come genitore mi impegno a esserci sempre, qualsiasi scelta, errore, azione tu compia, ma si presuppone che anche i figli facciano lo stesso. E l’unico modo per ottenere una tale relazione è avere un rapporto di apertura e di amore incondizionato verso l’altro: un figlio è un’entità altra rispetto ai genitori, non appartiene loro, ha le sue inclinazioni, i suoi talenti, i suoi gusti, i suoi sogni. Accettarlo per come è e per quello che sente è alla base della relazione genitori figli.

Fino a pochi anni fa era anche solo impensabile mostrarsi fragili con i propri figli, bisognava essere genitori tutti d’un pezzo, mai titubanti, sicuri di sé e anche poco affettuosi.

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Oggi invece mostrare la propria emotività è incoraggiato: far vedere che si hanno paure, perplessità e dubbi, mostrare che si è tristi o contrariati e aprire un canale di dialogo con i propri figli, va a costituire il terreno fertile su cui costruire una relazione solida, fatta di scambi e confronto.

Cosa non deve mai fare un genitore?

  • In primis, usare la violenza, nel modo più assoluto: non solo fisica, ma anche verbale. Fino a qualche decennio fa, non era inusuale usare la famosa “cinghia” o la “ciabatta” in modo punitivo, per far notare sbagli ed errori e così cercare di raddrizzare il proprio bambino. Oggi è stato dimostrato che la violenza non funziona: ogni disaccordo, dissapore o errore possono essere risolti, utilizzando i modi e le parole giuste. È corretto rimproverare se necessario, ma non in modo umiliante o mortificante per il bambino. Per quanto possibile, bisogna cercare di spiegare e argomentare le motivazioni per cui una cosa non va fatta; poi, dire la verità, quasi sempre, adeguata ai contesti in cui si può farlo, perché ci sono dei temi delicati per alcune età, che vanno affrontati con la giusta cautela. Tuttavia è importante dire la verità anche riguardo a determinati tabù (come la morte o la sessualità, per esempio), questo prepara il bambino ad affrontare le sfide della vita.

  • Scegliere la verità significa anche mostrarsi per come ci si sente, senza filtri: se io genitore sono triste, dispiaciuto, addolorato…, posso mostrarlo senza vergogna, perché far vedere che si è umani non è sbagliato. La fragilità è un punto di forza, soprattutto se diventa terreno di confronto.

  • Il rapporto dev’essere per quanto è possibile alla pari: un genitore insegna mediante l’esempio, ma dev’essere disposto anche a imparare dal figlio, allo stesso tempo. Attenzione però, a non far diventare il rapporto troppo amicale: un genitore, per quanto aperto e accogliente, non deve diventare l’amico che non dà regole e concede tutto quello che il figlio desidera. Le regole sono il modo che ha il genitore per insegnare il rispetto e la libertà.

  • Infine, mai umiliare, ferire, o anche creare una relazione di totale dipendenza dal figlio: la vita di un genitore non deve ruotare tutta intorno al proprio figlio, anche se i figli giocoforza diventano il fulcro di ogni gioia o preoccupazione. L’amore che si dona loro non deve diventare per loro un peso, una gabbia, ma una solida base su cui costruire la propria vita. Le ali con cui volare liberi.

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Che cosa è cambiato oggi nei rapporti tra genitori e figli?

Senza dimenticare i due principi di base, ovvero che un genitore ha in primis un ruolo educativo e che un figlio ha un’identità a sé, le relazioni genitori figli oggi sono di certo più aperte e sincere. Rispetto al secolo scorso, oggi a supporto della figura genitoriale, vi è a disposizione una rete di professionisti e specialisti (psicologo, pedagogista, logopedista…), che possono affiancarlo nel ruolo, ma soprattutto oggi un genitore è più disposto a mettersi in discussione, a cercare spunti per essere migliore.

Il rapporto oggi è di confronto: un figlio può anche dire che qualcosa non gli sta bene, ma argomentando le motivazioni, meccanismo che può indurre il genitore a sollevare nuove domande, quindi a svolgere meglio il proprio ruolo.

Qual è il compito di un genitore?

Dare confini educativi, essere di supporto, ma soprattutto trasmettere dei valori. Un figlio è come un albero o una piantina: i semini vanno piantati quando sono piccoli, consapevoli che il germoglio non spunterà subito, ma con gli anni a venire, e soprattutto che per vedere i frutti, dovrà passare diverso tempo. Ma bisogna avere fede che i valori seminati sin da piccoli, poi sul lungo periodo si tradurranno in un albero rigoglioso.

Cosa sono i genitori per i figli?

Un genitore è un luogo, un porto sicuro: una casa, sia fisica, cui tornare sempre, anche dopo aver sbagliato, ma soprattutto ideale: in un genitore dovresti sempre poter ritrovare i valori fondanti della tua esistenza di figlio.

Ma non solo: un genitore è un faro, una guida, un appiglio, un rifugio, un posto dove stare bene, dove sentirsi sempre accettati. Alla base di ogni relazione, ma soprattutto di quella genitori figli, dovrebbe esserci l’amore incondizionato: anche se non sono d’accordo con questo tuo comportamento, io ti amerò lo stesso, ci sarò sempre per te.

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Genitori: come “sopravvivere” ai social?

Il secolo scorso di certo i genitori di allora non avevano a che fare con i social: ognuno aveva il proprio metodo educativo, ereditato dai propri genitori, e cercava di fare quello che sembrava giusto, procedendo per tentativi, anche sbagliando, cammin facendo.

Oggi, l’utilizzo dei social media è utile, ma al contempo devastante, soprattutto a livello psicologico: ogni giorno scorrono davanti agli occhi decine e decine di profili di persone più performanti come genitori, con una vita e una famiglia perfette, che si arrogano il diritto di dare consigli su tutto, dallo svezzamento al primo bacio, passando per l’età giusta in cui iniziare a camminare o a parlare.

Non solo, esistono anche i profili degli specialisti: naturale guardarli per carpire qualche consiglio o spunto educativo, ma anche in questo caso, ognuno ha la sua opinione, basata sul proprio metodo, che quasi mai corrisponde a quanto uno cerca di fare come genitore. Ed ecco che arriva la crisi, perché diventa faticoso discernere cosa effettivamente può essere utile al proprio percorso come genitore: compaiono tutti i dubbi, si finisce per sentirsi in difetto, come se non si facesse mai abbastanza e come se si sbagliasse sempre.

Sto facendo la cosa giusta? Sto dicendo la cosa giusta? Perché mio figlio non fa questo o quello, cosa sto sbagliando?” Il senso di colpa è sempre dietro angolo e i social in questo non aiutano.

Come aiutare i genitori a gestire lo stress?

La società oggi è molto esigente nei confronti delle persone, che devono essere sempre performanti. E in questo turbinio, la genitorialità è messa a dura prova: un genitore deve dividersi in mille per riuscire a fare tutto (gestire i figli, il lavoro, la casa, la coppia…).

  1. Diventa fondamentale poter delegare alcuni compiti o farsi aiutare, per esempio nella gestione della casa, se si ha la possibilità di avere vicino i nonni o di potersi permettere una collaboratrice domestica.

  2. Poi, è importante imparare a lasciare andare l’idea di perfezione, perché non esiste: se oggi tuo figlio va a scuola senza merenda o se stasera mangerà la pasta con il pesto in vasetto e non con quello preparato in casa, non è un problema.

  3. Attenzione alla coppia: diventare genitori spesso fa mettere in secondo piano l’essere una parte di due. Bisogna imparare a ritagliarsi dei momenti propri, da adulti, per coltivare l’affettività, ma anche per fare un check sul percorso di valori condivisi come genitori. Perché se non si cammina insieme, nella direzione degli stessi valori, sorgono dei conflitti poi insanabili, che possono allontanare la coppia. Il lavoro di squadra è fondamentale per essere una famiglia serena.

  4. Infine, è importante intraprendere un percorso di psicoterapia, se lo si reputa necessario, per imparare a gestire lo stress, ma anche fare sport, o ritagliarsi dei momenti per uscire con le amiche o gli amici.

  5. Alleggerire la quotidianità dai vari impegni. Il nostro abbonamento pannolini LILLYDOO; 100% personalizzabile, sia nella scelta dei prodotti che per quanto riguarda le spedizioni, è perfetto per tutti i genitori impegnati. Direttamente dal tuo account cliente o dall'app LILLYDOO, gestisci il tuo abbonamento e in pochi clicks ricevi i pannolini direttamente a casa tua.

Non dimenticate anche che è utile avere una rete di famiglie amiche, che vivono la tua quotidianità e che fanno da specchio per sani confronti o sfoghi, fa sentire meno soli.

Lavoro in smart working: vantaggi per i genitori

Il lavoro in smart working, un semplice cambiamento nato in un momento difficile, ha portato numerosi vantaggi per la conciliazione tra lavoro e famiglia. Un cambiamento improvviso e necessario durante la pandemia che però ha offerto a molti genitori l'opportunità di essere più presenti per i propri figli e allo stesso tempo svolgere le proprie attività lavorative in un ambiente familiare.

VANTAGGI

  • Ha eliminato la necessità di spostamenti pendolari permettendo così ai genitori di risparmiare tempo prezioso che avrebbero altrimenti trascorso in viaggio. Questo tempo risparmiato può essere reinvestito nella vita familiare, consentendo ai genitori di essere più presenti per i figli.

  • Ha reso possibile per i genitori partecipare in modo più attivo alla routine quotidiana dei propri figli. Possono fare colazione insieme, accompagnarli a scuola, aiutarli con i compiti e condividere momenti di gioco e di svago.

  • Ha offerto la flessibilità di gestire il proprio tempo in base alle esigenze familiari. Organizzare il proprio lavoro nel miglior modo possibile per essere presenti a eventi importanti - o semplicemente visite mediche - per i propri figli.

  • Ha dato la possibilità di condividere momenti di pausa o di pausa pranzo con i figli, e quindi un'opportunità d'interazione e di condivisione che altrimenti potrebbero essere limitate a causa delle distanze fisiche e degli impegni lavorativi.

  • Promuove un ambiente familiare più equilibrato. I genitori possono offrire un sostegno emotivo e pratico per i loro figli, contribuendo così ad una migliore gestione dello stress familiare.

Tuttavia, bisogna riconoscere che il lavoro in smart working può comportare anche alcune sfide, come: gestire i confini tra lavoro e famiglia, evitare distrazioni e garantire una buona organizzazione del tempo. È fondamentale trovare il modello lavorativo più adatto a noi, ma riteniamo sia uno di quei cambiamenti che se visti in un'ottica diversa hanno portato vantaggi e danno la possibilità di andare incontro a situazioni familiari diverse, offrendo così delle alternative valide ai genitori. Ad oggi molti hanno scelto di mantenere questo modello lavorativo "ibrido" in quanto si adattava alla perfezione alle loro esigenze e stili di vita.

Domande frequenti

Un porto sicuro, una casa (sia fisica, cui tornare sempre, anche dopo aver sbagliato, ma soprattutto ideale), un faro, una guida, un appiglio, un rifugio, un posto dove stare bene, dove sentirsi sempre accettati, dove ritrova i valori fondanti della sua esistenza di figlio.

Infine dove ritrova l’amore incondizionato, che anche con litigi e incomprensione, rimarrà sempre.

Un genitore in primis deve avere un ruolo educativo per il figlio una una capacità di creare un rapporto aperto e sincero, rispettando l'identità unica del figlio.

Mostrarsi senza filtri, perché la fragilità deve essere vista come un punto di forza, soprattutto se diventa terreno di confronto.

Infine un genitorie non deve creare una relazione di totale dipendenza dal figlio.

Quello di aiutare il proprio figlio nel giusto sviluppo e nell'educazione. I genitori sono responsabili del benessere e della crescita dei propri figli, sia a livello fisico che emotivo e cognitivo. Ecco alcuni aspetti chiave del ruolo dei genitori:

  1. Cura e protezione: fornire ai propri figli un ambiente sicuro e protetto.

  2. Sostegno emotivo: offrire un sostegno emotivo e affettivo, ascoltando le preoccupazioni dei bambini e incoraggiarli nelle sfide della vita.

  3. Educazione e valori: trasmettendo loro valori, principi e educazione civile. Devono insegnare loro il rispetto per gli altri, l'importanza dell'onestà, dell'empatia e della responsabilità.

  4. Istruzione e sviluppo: stimolare l'apprendimento e lo sviluppo dei loro figli.

  5. Ruolo di modelli: come si dice, i bambini copiano e imparano dagli adulti, perciò è fondamentale cercare di essere modelli positivi, intraprendendo comportamenti sani e relazioni amorevoli e stabili.

  6. Disciplina e limiti: stabilire limiti chiari e fornire una disciplina coerente. Questo non significa solo imporre regole, ma anche spiegare le ragioni dietro di esse e insegnare ai bambini l'importanza di comportarsi in modo responsabile.

La vita cambia sotto molti aspetti. Ad esempio:

  1. Più responsabilità e cura di un altro essere umano: comporta l'assunzione di una grande responsabilità nei confronti di un'altra persona. Ciò implica prendersi cura delle sue esigenze fisiche, emotive e cognitive, assicurandosi che abbia tutto ciò di cui ha bisogno per crescere sano e felice.

  2. Priorità e cambiamenti nella vita quotidiana: le proprie esigenze e desideri personali spesso passano in secondo piano rispetto alle necessità dei bambini, perciò la routine quotidiana può cambiare notevolmente.

  3. Mancanza di sonno e stanchezza: i risvegli notturni sono all'ordine del giorno e i genitori possono sperimentare periodi di mancanza di sonno e stanchezza.

  4. Cambiamenti finanziari: con un figlio ci saranno spese finanziarie aggiuntive.

  5. Cambiamenti emotivi e psicologici: sentimenti di gioia, amore profondo e soddisfazione nel vedere il proprio figlio crescere, ma anche momenti di preoccupazione, ansia e stress.

  6. Cambiamenti nella vita privata e professionale: conciliare lavoro e vita familiare diventa una sfida per molti genitori.

  7. Crescita personale: con tutte le sfide e le responsabilità di ogni giorno, si matura, ci si rafforza e si impara ad affrontare i problemi con una maggiore consapevolezza.

Quando si parla di doveri, ciò che bisogna tenere presente sono: la cultura, le norme della società in cui si vive e le tradizioni. Tuttavia alla base, il dovere del genitore è quello di insegnare e preparare il bambini a sapersi comportare e ad affrontare le problematiche della vita adulta e quindi del futuro. Insegnamenti che vanno dall'istruzione interna alla famiglia e scolastica, al supporto emotivo, passando ovviamente per l'educazione generale verso se stessi e gli altri.

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